Ph. Jack Price
Questo disco è dedicato a quelli che a “casacolle” oramai ci entravano senza bussare, a quelli che venivano una sera a cena e se ne andavano dopo una settimana, a chi prima ancora di conoscerci ci salutava lasciandoci delle uova fuori dalla porta, a chi veniva a cucinare una cena per tre e poi si trovava una tavolata da quaranta persone, alle ragazze che per un lungo periodo non ci sono neanche entrate, agli amici che si incontrano solo durante le vacanze di Natale per giocare a carte, a tutti quelli che in una normale festa di compleanno improvvisamente si sono messi a mangiare una torta direttamente dal pavimento, al gallo che cantava tutte le mattine alle cinque, alle mattine in cui la nebbia copriva tutta la città e “casacolle” sembrava un’isola sull’oceano, agli amici che hanno suonato per notti intere e a quelli che li hanno ascoltati, alla porta che doveva essere chiusa ma che in realtà era aperta, ai colori che d’estate quando ti svegliavi coloravano tutte le stanze, a tutte le risate che ci si faceva seduti su un divano di fronte all’altro, al silenzio quando sul divano di fronte non c’era nessuno e a Luca che da quando è arrivato con il suo sorriso “casacolle” la illuminava tutta.
un album fatto con il cuore, la tecnica e la sicurezza.
(John Fordham, The Guardian)
1 | Dess ( Giovanni Guidi ) |
4:53 |
2 | Furious Seasons ( Giovanni Guidi ) |
4:47 |
3 | We Don't Live Here Anymore ( Giovanni Guidi ) |
6:35 |
4 | We Could Tell They Were Friends ( Giovanni Guidi, Gianluca Petrella ) |
3:34 |
5 | Disturbing The Peace ( Giovanni Guidi ) |
5:52 |
6 | The Dreamers ( Giovanni Guidi ) |
3:21 |
7 | Begatto Kitchen ( Giovanni Guidi ) |
2:39 |
8 | Overnight Revolution ( Giovanni Guidi ) |
7:50 |
9 | What Remains ( Giovanni Guidi, Gianluca Petrella, Thomas Morgan, Michel Blake, Gerald Cleaver ) |
7:01 |
10 | In Pursuit Of Silence ( Giovanni Guidi, Thomas Morgan, Michel Blake, Gerald Cleaver ) |
8:27 |
Un intimismo naif venato di sottile nostalgia, un senso armonico potente, ma anche una capacità di superare con personalità la semplice padronanza del linguaggio jazzistico sono alcuni dei caratteri salienti di Giovanni Guidi, uno dei protagonisti più accreditati della nuova scena del jazz italiano.
Il pianoforte qui fa sempre la parte del leone: sia nelle articolazioni accordali saldamente concepite che lasciano il segno come grate ben strutturate attraverso la melodia (Dess), sia nelle reiterazioni che ritornano insistentemente quasi a voler eliminare ogni soluzione di continuità tra tema e improvvisazione (Begatto Kitchen), sia negli arpeggi di poche note che si stagliano con insistenza su tutto l'arco solistico del brano (Furious Season) o nelle armonie ricercate che spesso finiscono per prevalere sulla melodia.
(Aaj Italy Staff, All About Jazz)
Il pianoforte di Giovanni Guidi con Gianluca Petrella al trombone, Thomas Morgan al basso, Gerald Cleaver alla batteria e il sassofonista dei Lounge Lizards Michael Blake, è di nuovo il protagonista principale dell’avventura sonica del ‘nuovo’ jazz italiano. Lo strumento introduce nell’apertura con Dess un viaggio che fa della memoria del tempo passato una dimensione su cui ragionare e comporre. Che sia il sentimento di perdita della gioventù, che sia l’assenza di tempo e l’aumento degli impegni, che sia una difficoltà nell’approcciarsi al nuovo in una struttura monolitica come è da sempre quella del jazz canonico, non è dato a sapere. Ma sono questi i punti focali su cui il discorso estetico del giovane di Foligno va a parare.
La tracklist si trascina in paesaggi meditativi tagliati da sentieri free (Furious Seasons) che richiamano la lezione di Ornette Coleman (uno dei maestri riconosciuti dal giovane pianista), armonie d’insieme (We Don’t Live Here Anymore) e controcanti ispirati in solitaria (The Dreamers) con potenzialità che ricordano le formazioni dei migliori coniugi Bley.
(Marco Braggion, Sentire Ascoltare)
Questo è un album fatto a ruota libera con cuore, tecnica e sicurezza.
(John Fordham, The Guardian)
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