“ll pianista Giovanni Guidi e il trombonista Gianluca Petrella hanno  creato e consolidato il loro rapporto nella band di Enrico Rava  e si sono poi trovati spesso a suonare insieme. Per questa registrazione in studio, il produttore Manfred Eicher ha chiamato a suonare al loro fianco il batterista statunitense Gerald Cleaver e il clarinettista francese Louis Sclavis, per un insieme di musica estroversa che include improvvisazione libera e brani composti da Giovanni e Gianluca. Il pezzo intitolato Gato! fa il cappello a Mr Barbieri, e la title track Ida Lupino serve il doppio dovere di saluto alla compositrice Carla Bley nel suo 80° anno (Petrella una volta ha suonato in una big band sotto la direzione di Carla) e come tributo a Paul Bley, che ha reso popolare la melodia e ha influenzato tanti improvvisatori (non ultimi Giovanni Guidi).”(ECM)

“Ida Lupino è un album fresco e creativo, caratterizzato da un ascolto profondo e un'interazione mirata. Al suo centro c'è il notevole rapporto improvvisativo dei due musicisti italiani: il pianista Giovanni Guidi e il trombonista Gianluca Petrella. Ida Lupino si basa sia su rapporti consolidati che sullo stimolo di nuovi incontri poiché a loro si aggiungono – come dichiara Petrella – “due maestri del jazz contemporaneo che sono davvero sulla nostra stessa lunghezza d'onda”.

Guidi e Petrella avevano già suonato con Cleaver, nell’album di Guidi We Don't Live Here Anymore. Sclavis invece non aveva mai suonato agli altri musicisti prima della sessione all'auditorium Stelio Molo RSI di Lugano. "È molto prezioso questo tipo di relazione musicale", afferma Louis Sclavis, "da un lato è molto fragile, ma allo stesso tempo c'è una forte connessione tra i musicisti. Non sappiamo dove stiamo andando, ma controlliamo il viaggio verso la musica".

“In questo album cerchiamo tante cose diverse”, dice Giovanni Guidi. “La musica improvvisata deve essere molto democratica. Più hai un'idea forte, a livello di concept, più sai di non doverla imporre…”

Gerald Cleaver: “Mi è piaciuto il modo completamente aperto in cui Giovanni e Gianluca si sono avvicinati a me e al progetto: non mi hanno detto cosa volevano, ma avevano una sorta di piano di base e quello che dovevo fare era solo arrendermi ad esso. Poteva essere difficile, ma alla fine è stato davvero piacevole”.